L’idea di una difesa comune per l’Europa risale al 1948 e, da allora, si è sviluppata su percorsi diversi all’interno dell’UEO, della NATO e dell’UE.
La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) è parte integrante della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e mira a creare un quadro di riferimento per gli aspetti militari e quindi una capacità di salvaguardia a livello europeo, così come previsto dall’art.42p1 del Trattato sull’Unione Europea. In tale contesto, le decisioni vengono adottate dal Consiglio dell’Unione -all’unanimità- su proposta dell’Alto rappresentante per gli affari esteri.
A parte l’obbligo degli Stati membri di prestare aiuto a quello Stato che, tra loro, abbia subito un’aggressione armata sul suo territorio (art.42p7 TUE), gli ulteriori provvedimenti che possono essere presi comprendono: azioni congiunte in materia di disarmo, missioni umanitarie e di soccorso, di consulenza e assistenza in materia militare, di prevenzione dei conflitti e di mantenimento o ristabilimento della pace, nonché di stabilizzazione al termine dei conflitti.
In tal senso è importante evidenziare che a tutte le suindicate tipologie di missioni l’UE può fare ricorso anche per contribuire alla lotta contro il terrorismo internazionale (art.43 TUE).
La politica comunitaria non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza dei singoli paesi dell’UE e intende rispettare, altresì, gli obblighi di quei paesi dell’Unione appartenenti anche alla NATO.
Con il trattato di Lisbona è stato inserito un elemento chiave della PSDC ovvero, la clausola di difesa reciproca con la quale i paesi dell’UE si impegnano a sviluppare le loro capacità di difesa più intensamente, fornendo forze di combattimento per le missioni pianificate.
Come anticipato, è il Consiglio a definire gli obiettivi delle missioni e le condizioni per la loro attuazione ed a tal fine, esso può delegare la realizzazione di una missione ai paesi che vi siano disposti e che siano in grado di svolgere l’incarico. Questi hanno comunque il dovere di agire in collaborazione con l’Alto rappresentante per gli affari esteri ed informare periodicamente il Consiglio sul loro progresso.
Dott.ssa Eleonora Di Lullo